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Nata nel 2009, Ecoalf è stata fondata per portare più sostenibilità nella moda. Volendo assicurare un futuro alle prossime generazioni, il marchio utilizza materiali di riciclo nelle proprie collezioni, portando avanti l’idea secondo cui la moda rappresenti qualcosa di più del solo vestirsi bene.
Abbiamo parlato con Carolina Alvarez-Ossorio Speith, Head of Marketing & Communications, che ci ha spiegato come Ecoalf trova l'equilibrio perfetto tra sostenibilità e stile.
Come descriverebbe l'estetica del marchio?
Direi che Ecoalf è incentrato su innovazione, sostenibilità e design: questo è il DNA del marchio. L'estetica è minimale, fresca, giovane e consapevole.
Qual è il concetto chiave alla base della nuova collezione?
La nuova collezione primavera/estate si chiama Lost Colours, e presenta colori vivaci. Ci sono blu, verdi e gialli luminosi che fanno riferimento ai colori dell'oceano che stiamo perdendo a causa del cambiamento climatico. C'è un contrasto tra il bianco e tutti questi toni accesi per richiamare la perdita di colore dovuta all'inquinamento e all'aumento delle temperature.
Ha detto che la palette è ispirata all'oceano. Può dirci di più?
Quando vedi un corallo bianco, significa che il corallo è morto, e questo è una conseguenza dell'attività umana. Il cambiamento climatico è una conseguenza di ciò che stiamo facendo, quindi abbiamo cercato di mostrare il contrasto tra il bianco e i toni luminosi con questa collezione.
Può parlarci di una caratteristica particolarmente interessante della collezione?
Questa stagione stiamo lavorando seguendo principi di eco-design, impiegando in particolare monomateriali in tutta la collezione. Stiamo risparmiando circa 20 miliardi di litri di acqua grazie ai materiali e ai processi che utilizziamo.
Inoltre, stiamo promuovendo tecnologie avanzate e una filosofia zero-waste in collaborazione con The Loop. La collezione di cotone riciclato al 100% sarà raccolta e riciclata in future collezioni. Ciò significa che una volta che il consumatore acquista una t-shirt o una felpa e raggiunge la fine del ciclo di vita o non vorrà più indossarla, potrà restituirla e noi potremo riciclarla nuovamente. Fondamentalmente, è un modo per eliminare qualsiasi spreco.
La sostenibilità è un fattore chiave per il brand, ma come si trova un equilibrio tra sostenibilità e stile? Sentite mai di dover scendere a compromessi?
Innovazione, sostenibilità e design sono sempre stati al centro del brand, quindi non dovrebbero esserci compromessi. Per noi, un design senza tempo è sinonimo di longevità, e l’utilizzo di materiali di altissima qualità è sinonimo di sostenibilità. Ecco perché per noi è così importante che design, innovazione e sostenibilità lavorino in sinergia. Questo è ciò che i nostri designer si impegnano a realizzare.
Al nostro stand PITTI abbiamo esposto una frase: “:‘fashion is more than just looking good, It's about doing what is right and feeling good about it’ [la moda è più che vestirsi bene, si tratta di fare ciò che è giusto e sentirsi bene per questo']. Abbiamo la responsabilità di mantenere uno stile senza tempo assicurando sostenibilità grazie all'innovazione e alla tecnologia disponibili.
In termini di sostenibilità, in cosa potrebbero migliorare i brand?
Prima di tutto, bisognerebbe capire che le decisioni a vantaggio del pianeta finiranno per essere a vantaggio anche per il business. Per l'industria della moda, il pianeta dovrebbe essere un focus fondamentale. Se uccidiamo l'unico pianeta che abbiamo, non ci sarà più niente, quindi dobbiamo proteggerlo. La moda è creativa e piena di talento, dobbiamo continuare a crescere trovando modi per promuovere la sostenibilità - perché un modo c'è sempre. Un altro consiglio è di non accettare mai un no e di continuare a cercare. Se ci credi veramente e sei appassionato, troverai un modo. Devi solo circondarti di persone che condividono la tua visione.
Può parlarci degli elementi chiave della collezione?
Ogni singolo capo è realizzato con materiali a basso impatto o riciclati. Tutti i capispalla sono realizzati con imbottiture riciclate, quindi anche ciò che non si vede viene riciclato. È una collezione al 100% vegana. E ovviamente, oltre a risparmiare circa 20 miliardi di litri di acqua, stiamo anche riducendo le emissioni di CO2, il che ci avvicina al nostro obiettvo di arrivare a zero entro il 2030.
Siamo una società B Corp. e abbiamo formalmente sottoscritto l’obiettivo di diventare un brand a emissioni zero entro il 2030, quindi stiamo monitorando tutto ciò che facciamo per assicurarci di raggiungere questo risultato.
Qual è il tuo capo preferito della collezione?
Il mio capo preferito è ECOALF 1.0, che è la nuova linea premium che abbiamo lanciato l'anno scorso. Volevamo infrangere le barriere tecnologiche, quindi abbiamo inserito in questa linea sia sostenibilità che tecnologia avanzate. La linea di accessori mi piace tantissimo per come è realizzata e per il suo design. È fatta con Ocean Yarn, poliestere riciclato ottenuto da bottiglie di plastica recuperate dal fondo dell'oceano tramite il nostro progetto Upcycling the Oceans.
Può dirci di più a riguardo?
Il rivoluzionario progetto Upcycling the Oceans è iniziato nel 2015 quando il nostro fondatore Javier ha ricevuto una chiamata da un pescatore. Ha chiesto perché stesse riciclando tutti i rifiuti dalla Terra quando avrebbe dovuto pulire l'oceano. Fu invitato a salire su una barca e andare a pescare con loro e vide un'enorme quantità di rifiuti provenire dal fondo dell'oceano.
Com'è stata la tua esperienza a PITTI?
Prima di tutto, ogni volta che andiamo a PITTI, ci piace tantissimo. Abbiamo trovato una grande energia: le persone volevano vivere le cose di persona – incontrare persone e condividere esperienze; vedere e toccare creatività e innovazione. È stato fantastico ritrovarsi. Ogni stagione, PITTI fa un lavoro straordinario in termini di innovazione e presentazione di giovani talenti, ed è stato fantastico come sempre.
Una cosa che ci piace fare è fare in modo che le persone che visitano lo stand prendano parte al cambiamento. Avevamo una parete chiamata “il manifesto” su cui campeggiava la scritta 'be part of the change' [diventa parte del cambiamento] e ogni persona in entrata e uscita lasciava la propria firma. Abbiamo raccolto più di 300 firme di persone che vogliono essere parte del cambiamento e unirsi al movimento.
Benissimo, grazie mille della disponibilità, Carolina!