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Fondata a Milano nel 1911, Valstar è una maison di moda uomo di lusso rinomata per i suoi capispalla di qualità. Famosi per i loro impermeabili idrorepellenti, i capispalla dell'azienda sono diventati il punto di riferimento per l'artigianato italiano elegante ma funzionale.
Nel corso degli anni, il marchio ha ulteriormente consolidato la sua estetica ispirata al mondo militare con un capo casual diventato immancabile: il "Valstarino", una giacca da volo in versione sofisticata. Abbiamo parlato con l’head of Design Luigi Fila della visione del marchio, della collezione SS23, dei progetti futuri e altro ancora.
Qual è la visione originale dietro al vostro marchio?
Valstar è stata la prima azienda italiana a produrre impermeabili idrorepellenti. Anche se oggi è una cosa scontata, allora era un risultato rivoluzionario. Nei primi anni del XX secolo, gli eleganti cappotti dell'azienda sono diventati il punto di riferimento per capispalla belli e funzionali, che hanno rapidamente attirato l'attenzione delle alte sfere della società italiana e hanno contribuito a far conoscere l’azienda.
Qual è stato un momento fondamentale per il marchio?
Probabilmente, l'anno più importante nella storia di Valstar è il 1935. La traiettoria dell'eredità dell'azienda è cambiata con l'avvento del "Valstarino", ispirato alla giacca da volo A1. Il primo esempio noto di abbigliamento militare rivisitato in chiave sporty e chic per il grande pubblico. Ancora oggi il Valstarino trae spunto dalla divisa militare e la reimmagina per il mercato civile.
Qual è il concept alla base della collezione SS23?
Non pensiamo molto in termini di collezione, cerchiamo di realizzare capi belli e senza tempo, quindi passiamo molto più tempo a pensare a ogni singolo prodotto individualmente che a pensare alla collezione in generale. Ciò che la rende molto coesa è la nostra identità molto forte. Non sentiamo di dover scendere a compromessi per soddisfare le richieste di un enorme business. Facciamo solo le cose che ci piacciono, quindi l'armonia nella collezione arriva in modo del tutto naturale.
Può parlarci delle principali influenze dietro questa collezione: sono tutte legate alla moda
Raramente guardiamo alla moda per trovare ispirazione, generalmente ci ispiriamo a molti pezzi vintage e poi cerchiamo di semplificarli e rielaborarli per cercare di distillare ciò che li rende speciali. La palette è spesso un mix di influenze molto diverse che vanno dall'architettura all'arte o al design, ma mai moda.
Quali sono i pezzi chiave che la entusiasmano di più di questa collezione e perché?
Adoro le overshirt mimetiche reversibili, sembra un classico indumento militare, ma ha una stampa leopardata all'interno. Può essere un piccolo dettaglio divertente, oppure puoi rovesciarlo e indossarlo all'esterno se ti senti un po' più avventuroso. Inoltre è un bellissimo tessuto giapponese a doppia stampa di un piccolo mulino che amiamo. Abbiamo anche un bellissimo tessuto giapponese che è un jacquard tono su tono e tinto a mano tie-dye. È un incubo dal punto di vista produttivo, per via dei tessuti tinti a mano, e il risultato è del tutto imprevedibile, ma quando l'abbiamo visto ce ne siamo innamorati tutti.
Puoi parlarci dei tagli e delle silhouette che definiscono la collezione?
Nella pelle scamosciata abbiamo alcuni tocchi anni '70 molto discreti, come il blouson western e le giacche varsity. C'è questo fantastico tessuto giapponese, che va da un cotone e nylon effetto vintage a un cotone doppio a motivo a spina di pesce con stampa mimetica in twill a righe tigrate da un lato e leopardate dall'altro. C'è una piccola capsule di workwear e di ispirazione militare rifatti in bellissimo lino italiano. Siamo molto entusiasti anche della nostra capsule di capi impermeabili e packable.
Quale elemento chiave vorresti che le persone ricordassero di questa collezione?
Per noi, la cosa più importante è trasmettere l'amore e la cura che mettiamo in ogni piccolo dettaglio. Dal lavoro che serve per realizzare una delle nostre giacche in pelle scamosciata a uno speciale tessuto giapponese con un processo di produzione pazzesco, c'è un amore per l'artigianato autentico in tutto ciò che facciamo e speriamo che si manifesti.
Qual è stata la sfida più grande che avete dovuto affrontare durante la progettazione della nuova collezione e come l'avete superata?
Abbiamo scelto di costruire una piccola rete di fornitori selezionati, generalmente a conduzione familiare. In questi tempi di disruption, questa rete molto piccola e fitta significa trovare soluzioni insieme ai nostri partner: non cambiamo fornitori in base a dove è più veloce o più conveniente. È un modo di lavorare che presenta delle sfide, ma non lo cambieremmo per niente al mondo.
Quali sono i prossimi progetti per il marchio?
Abbiamo da poco aperto il nostro primo flagship store a Milano, uno spazio bellissimo che è diventato la nostra casa, dove le persone possono entrare e scoprire la nostra storia e i nostri valori. Il feedback è stato fantastico e ci piacerebbe farlo conoscere a più persone.
Benissimo, grazie mille per la disponibilità!