Buyers Select:
Daniele Basilico
Harvey Nichols Doha
Editoriale
Edizione 94
13.12.2021
Buyers Select porta dietro le quinte dei migliori store per incontrare le persone che scelgono cosa indosseranno i bambini, spiegano quali sono i trend più interessanti, raccontano le peculiarità del loro mercato, compresa la sempre maggiore interazione tra fisico e digitale. E non mancano di offrire suggerimenti a brand e aziende

Harvey Nichols Doha è una luxury destination per il Qatar, ma anche per il turismo internazionale, inaugurata dal retailer del lusso britannico in collaborazione con Saleh Al Hamad Al Mana Group of Companies. All’interno del Doha Festival City, lo store si sviluppa su 3 livelli per complessivi 11 mila metri quadrati, offrendo un’esclusiva selezione di womenswear, menswear, accessori, kidswear, beauty e homewear, pari a più di 700 brand. Ci racconta dell’universo bimbo, a cui è dedicato un intero piano, il senior buyer Daniele Basilico che pone l’accento sull’eccellenza, non solo in termini di prodotto e ricerca, ma anche di storytelling in grado di trasmettere emozioni. Oltre a sottolineare l’importanza della sostenibilità, quella vera.
Cosa desidera oggi la clientela di Harvey Nichols Doha?
I nostri clienti  sono alla  continua ricerca di esclusività ed eccellenza, ovvero di una luxury experience in grado di trasmettere emozioni e giocata su continue novità. Abbiamo di recente introdotto con ottimi risultati le nuove collezioni kids di designers affermati, come  Zimmermann e Self-Portrait. Ogni stagione inseriamo concept  con storie da raccontare, amiamo anche scoprire piccole realtà - sia internazionali, sia locali di designer qatarini - e dar loro visibilità attraverso il nostro spazio.
Quali sono i trend kidswear più interessanti?
A livello globale, prevalgono sostenibilità e gender-neutral. Nel nostro mercato, il concetto di impatto ambientale inizia a diffondersi e, in termini di prodotto, sono richiesti materiali organici e bio, specialmente per il neonato. Il cliente è consapevole del confine sottile tra brand realmente sostenibili e quelli greenwashing e chiede di essere informato e rassicurato. In tema di trend moda, piace sempre molto il mini-me o, comunque, l'acquisto di outfit simili per adulto e bambino: più frequentemente per la bambina, come quelli di  Self-Portrait, Sophia Webster e Copurs, ma anche nel bambino con Stone Island e Vision of Super o, le prossime new entry,  Eleventy e Amiri. Sempre richiesti anche gli abiti da bimba, da vera “principessa”, couture e con meravigliosi dettagli e finiture, per partecipare agli eventi che sono fortunatamente ripresi con le riaperture post-Covid.
Nelle proposte di brand e aziende, cosa vorrebbe trovare di più? Cosa manca?
Apprezzerei che i grandi nomi si allontanassero dalle acque sicure, ma prevedibili, del total logo e maxi logo, ancora molto presenti nel kidswear. Inoltre vorrei che si investisse di più nella ricerca di una maggiore sostenibilità lungo tutta la filiera. Inoltre, brand e realtà emergenti dovrebbero puntare sempre più sullo storytelling per trasmettere emozioni perché, in particolare nel kidswear, fa davvero la differenza.
Come evolve il business online? 
Ovviamente il Covid ha accelerato anche da noi lo sviluppo omnichannel, che ci ha permesso di navigare in modo sicuro attraverso i difficili mesi della pandemia. Stiamo lavorando a un nostro progetto di e-commerce che lanceremo nel 2022, anche se da tempo affianchiamo alle vendite in store la parte digital, interagendo in tempo reale con i clienti via sms e WhatsApp. I nostri personal shopper sono in grado di confezionare proposte su misura per loro, garantendo una preview delle collezioni prima di visitare il negozio, con la possibilità di finalizzare l'acquisto online e consegne a Doha in 24/48 ore.
Cosa spera di trovare a Pitti Bimbo in gennaio?
Non dubito della genialità e creatività dei brand presenti al Pitti. Ciò che mi auguro di trovare è una filiera funzionante e fair, considerando le attuali difficoltà nel reperimento delle materie prime e le loro oscillazioni di prezzo, oltre ai grandi sforzi che sono stati richiesti a imprese e lavoratori.
Cosa rende Pitti un'esperienza unica?
Non è soltanto l’ottima selezione di brand a rendere speciali Pitti,  ma anche tutto il contorno: un'Italia che garantisce una manifestazione di questa portata nel rispetto di alti standard sanitari, la bellezza mozzafiato di Firenze. E, soprattutto, l'eccezionale valore umano dei professionisti che lavorano a questo progetto, accogliendo buyer da tutto il mondo e coltivando relazioni e opportunità di business significative.