Sustainability at Pitti.
Part 2
Editoriale
Edizione 101
06.01.2022
Sustainability at Pitti è la serie di interviste in due parti che celebra gli innovatori della moda attenti all’ambiente e i designer che mettono al centro del loro lavoro pratiche sostenibili. Con questa iniziativa, speriamo di ispirare e guidare un'ondata di cambiamento nel settore, lavorando insieme per un futuro migliore.

Ecco cinque brand selezionati da Giorgia Cantarini per S|STYLE Sustainable Style: N Palmer, Figure Decorative, Curiousgrid, Philip Huang e Provincia Studio.  Tutti unici nel loro genere, ma uniti da un filo comune che pone al primo posto le persone e il pianeta.
N PALMER

Cosa esporrete a Pitti?
Capi delle nostre prime due collezioni e nuovi stili della terza. Le collezioni utilizzano diversi tessuti e modi di riciclare il materiale. La linea è incentrata sul patchwork e la sua tradizione, interpretata da una prospettiva moderna. Ogni articolo è stato costruito manualmente dall’uomo. Parliamo di artigianato e storia, del coltivare il rapporto con i nostri abiti, il potere della memoria e un tocco di nostalgia.
Come vi approcciate alla produzione sostenibile?
L'ostacolo principale è assicurarsi che ogni prodotto abbia la stessa integrità. Creiamo disegni altrettanto dinamici e interessanti su qualsiasi tessuto e colore. Utilizziamo materiali vintage e upcycled che permettono di essere gestiti in modo responsabile, offrendo alle persone la possibilità di collezionare pezzi unici slow fashion. 

Quali i maggiori ostacoli che affronta come designer per quanto riguarda la creazione di collezioni responsabili? 
Ho lanciato N Palmer durante il lockdown, l'anno scorso. E ho dovuto utilizzare catene di approvvigionamento alternative per i materiali. Fin dall'inizio ci siamo basati sull'upcycling, per assicurarci che ogni risultato avrebbe avuto un impatto minimo o inesistente sull'ambiente e sul surplus di rifiuti esistente. 
FIGURE DECORATIVE

Cosa esporrete a Pitti quest'anno?
La prima collezione invernale "BELLA". L’idea era combinare la funzionalità del prodotto con un'estetica divertente ed eccentrica. I pezzi chiave sono la BELLA BAG, una borsa bowling in pelle, ispirata all’iconica borsa del 2000, e le CONFETTI CLOGS, fatte a mano al 100% con pelle di recupero. Ci siamo divertiti a creare nuovi parametri di adeguatezza tra guardaroba maschile e femminile. Può un uomo indossare zoccoli di coccodrillo e sentirsi cool? Può indossare una borsa con la scritta "BELLA" e sentirsi comodo? La risposta è certamente sì. 
Come selezionate le concerie di pelle?
Per la trasparenza, il rispetto etico, le persone che credono e sostengono la nuova generazione di creativi e marchi indipendenti. Fortunatamente, ne ho trovati molti. Il distretto di Santa Croce è uno dei più grandi distretti conciari d'Europa, con più di 250 concerie in soli 20 km. Sono in questo settore da tre generazioni, conosco tutte le concerie della mia città. E conosco personalmente chi ci lavora: parliamo la stessa lingua, lo stesso accento. Ho il privilegio di andare nelle fabbriche e scegliere colori e texture, trarre ispirazione. Dall’inizio di questo progetto ho capito quanta pelle c'è: deadstock pronto a rinascere. 

Quali i maggiori ostacoli da affrontare come marchio nella creazione di collezioni responsabili?
La quantità minima d'ordine è il vero incubo nella catena di approvvigionamento, il primo semaforo rosso che trovi come piccolo marchio. Puntiamo a creare processi etici e collezioni sostenibili, quindi ordiniamo e produciamo in base a ciò di cui abbiamo veramente bisogno, non per raggiungere la quantità minima richiesta dal fornitore. Molte fabbriche non sono interessate ai piccoli brand. Per evitare sprechi e consumo eccessivo e ridurre gli avanzi, il sistema dovrebbe cambiare.
CURIOUS GRID

Cosa esporrete a Pitti quest'anno?
Saranno pezzi ispirati agli anni '70 usando il tie-dye con colori naturali. Utilizzeremo anche alcuni articoli patchwork tratti da tessuti denim in edizione limitata, fatti a mano. Curious Grid crede fortemente nell'artigianato e nella cultura, nel fare ricerca durante ogni fase di una nuova collezione. 
Dove vi procurate i tessuti?
Collaboriamo con artigiani in Italia e India per attivare un mix estetico attraverso i materiali tessili. Alcuni dei tessuti sono realizzati in India da artigiane che si avvalgono di scorte di filati di fabbrica, la maggior parte del denim invece viene dall'Italia. 

Quali i maggiori ostacoli da affrontare come marchio di collezioni responsabili?
C'è molto da imparare quando si lavora attraverso la sostenibilità. Per me, il brand è uno strumento per creare pezzi unici che veicolano dichiarazioni di moda responsabile e funzionale.
PHILIP HUANG

Cosa esporrete a Pitti quest'anno?
La collezione FW22 Blue of the Sky si ispira al cielo, agli antenati che non abbiamo conosciuto, e alla conoscenza che ci hanno trasmesso attraverso gli strumenti e i tessuti. Questa stagione, le silhouette firmate Philip Huang vengono rielaborate per includere tessuti artigianali fatti a mano e presentare nuovi materiali creati insieme ad ECCO Leather. I pezzi in maglia continuativi in tutte le collezioni mostrano l’utilizzo di tinture naturali. Ogni capo è tinto a mano con coloranti naturali al 100%. 
Ci parlate del rapporto con gli artigiani in Thailandia?
Sei anni fa abbiamo iniziato a lavorare con gli artigiani di Sakon Nakhon. Un mastro tessitore ci insegna che il miglior supporto agli artigiani non è acquistare tessuti e metterli nei musei, ma piuttosto usarli e indossarli. Creare un dialogo basato sulla loro conoscenza e condividere il nostro know-how e i nostri metodi di design è qualcosa a cui pensiamo sempre. È più di una prospettiva contemporanea sulla loro tradizione, è la creazione di un dialogo che vede come il passato può essere combinato con i nostri bisogni e desideri attuali per il futuro. Un futuro artigianale. 

Quali i maggiori ostacoli che affrontate come marchio per quanto riguarda la creazione di collezioni responsabili?
6000 anni fa, i nostri antenati hanno scoperto l'indaco. Prima c'erano tinture di fango e altri coloranti derivati da terra e piante. Saputo questo, è strano che la maggior parte dei coloranti sugli abiti siano sintetici e prodotti in fabbrica. La natura guida la narrazione, non siamo noi a farlo. Così, in un anno particolarmente umido, i capi potrebbero sembrare diversi, la pioggia potrebbe rendere le cose più lente. Lavoriamo in armonia con la terra, la natura e la comunità.

Cosa pensate degli attuali impegni di sostenibilità nell'industria della moda? Quali cambiamenti vorreste vedere?
La sostenibilità riguarda l'azione collettiva, è una completa catena di approvvigionamento e richiede un intero ripensamento del sistema. Attualmente, il sistema è una corsa al ribasso: trovare i prezzi più bassi e produrre in volume. Pensiamo che questo stia finalmente cambiando e che ora ci sia più consapevolezza. Vorremmo vedere più comunicazione sul lavoro, sul processo e la provenienza delle cose. Abbiamo bisogno di fatti reali e non di parole d'ordine. Abbiamo bisogno di aumentare la consapevolezza che per ogni soluzione facile e dannosa, c'è un'alternativa migliore e potrebbe non essere trovata in Occidente. Vorremmo vedere gli artigiani ben oltre gli atelier europei, celebrati per il loro lavoro e il loro know-how. Cambiamento significa spostare la percezione del valore e della qualità. 
PROVINCIA STUDIO

Cosa esporrete a Pitti quest'anno?
Capi e accessori della collezione SS22, tra cui giacche, denim, maglieria casual e accessori in metallo e vetro, indossabili da ogni genere. Ho sperimentato molto con i tagli di giacche e cappotti, che mi affascinano. La formazione couture mi ha permesso di trasformare la mia giovane curiosità e di trasferirla nel mondo artigianale. Avere la possibilità di visitare i laboratori e condividere le idee con gli artigiani è imparare. Lo scambio è la forma più profonda di ispirazione.
 
Quali i maggiori ostacoli che affrontate come marchio nella creazione di collezioni responsabili?
Le finanze, la disponibilità dei materiali, le scadenze e i produttori. Mi piace collaborare con aziende flessibili e comprensive che amano lavorare come un'intera squadra per costruire qualcosa di bello, unendo conoscenze e approcci di ciascuno. La trasparenza è essenziale per sviluppare un prodotto responsabile che includa ricerche avanzate su materiali, metodi di stampa e lavoro etico con aziende che ci assistono durante tutto il processo. 

Cosa pensate degli attuali sforzi di sostenibilità dell'industria della moda? Quali cambiamenti vorreste vedere?
Ci sono tanti nuovi approcci alla sostenibilità nella moda per quanto riguarda i processi di produzione, le certificazioni, la ricerca dei materiali, ma ancora, molto di ciò è ancora una piccola parte di questa enorme catena. Mi piacerebbe vedere più consapevolezza e vantaggio per il sistema, il pianeta e gli individui. Ognuno di noi dovrebbe farne parte.
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