Pitti Fits: Best of 103

Editoriale

Edizione 103

30.01.2023

Con le ultime tre edizioni di Pitti Uomo si era visto il ritorno di un grande fermento in Fortezza, dopo l’emergenza Covid. E con la 103esima edizione, possiamo finalmente sancire il ritorno in grande stile della fiera. La Fortezza era piena, gli stand animati da vivaci conversazioni e, soprattutto, Firenze abbondava di eventi. Non a caso è stata questa la stagione in cui il fotografo Mister Mort e l’Editorial Creative Director di Nordstrom Jian De Leon hanno coniato il termine (non si sa chi per primo) "Fitty Pitti".

Pitti Uomo è tornato a essere uno spettacolo, in cui sartoria e look stravaganti continuano a convivere, nonostante l’evoluzione di quella che una volta era considerata una specie di divisa per Pitti Uomo. Si sta parlando di un’enorme piattaforma culturale e di stile che mescola sapori, tendenze e look come nessun altro evento può fare. Dopo tutto, lo stile non si definisce con un look, ma con la personalità, e quest'anno, in fatto di gusto, abbiamo raggiunto le tre stelle Michelin. Tutti hanno servito il loro piatto forte: dai buyer agli stilisti, ai rappresentanti dei brand, ai fotografi e ai giornalisti, l’asticella si è alzata notevolmente.

Una delle tendenze più interessanti è quella che vede unirsi due tribù di stile opposte, i peacocks e i fan dello streetwear. I pezzi vintage e sartoriali si abbinano a silhouette destrutturate o una giacca Varsity o un cappellino degli Yankees. Il business-core si è definitivamente imposto, con le sue silhouette oversize dei completi e dei cappotti visti a Wall Street negli anni '90 o alle prime dei film di Hollywood. Mentre chi lavora in politica e nei consigli di amministrazione ha messo via la cravatta e mette ai piedi un paio di sneaker, la cravatta è tornata per le strade insieme ai mocassini, le oxford e le mules. Anche tocchi di arancione e hot pink (l'effetto Jacquemus) si sono fatti largo tra la folla. Quanto ci manca la Fortezza..