Accedi per gestire il tuo profilo, ottenere i tuoi biglietti ed organizzare la tua visita.
Registrati per avere accesso alle nostre manifestazioni, ottenere i tuoi biglietti ed organizzare la tua visita.
Fondata nel 2015, CellarDoor incarna l'eccellenza artigianale del Made in Italy. La nuova collezione richiama le silhouette rilassate dei pantaloni più noti del marchio.
Simbolo del "fare una cosa e farla bene", la SS23 vede CellarDoor investire ancora di più sui dettagli, prestando particolare attenzione alla costruzione di ogni capo.
I colori chiave della collezione sono il bianco, il blu, il giallo e il mattone, insieme al verde militare, tipico del brand. Con una collaborazione con United Arrows in arrivo, abbiamo fatto quattro chiacchiere con il proprietario del marchio e designer Filippo Bettanin del suo sofisticato processo di ideazione, delle silhouette della nuova collezione, di cosa riserva il futuro per il brand e altro ancora.
Qual è l'idea di base dietro CellarDoor?
Rendere moderno il pantalone sartoriale. Cerchiamo di dare voce ai capi attraverso i materiali e le lavorazioni che abbiamo ereditato negli anni dai nostri artigiani. Creiamo collezioni per migliorare i prodotti e noi stessi.
Può raccontarci come impreziosite l’interno di ogni pantalone?
CellarDoor promette da sempre qualità e comfort, con prodotti costruiti in modo da potersi adattare alla vita delle persone. Questa stagione porta con sé grandi cambiamenti – per la prima volta stiamo realizzando parte della collezione seguendo concept al 100% sartoriali, dalla cintura interna a balze, alla fodera in 100% cotone biologico. Lo scopo è quello di riscoprire i capi con tutti i nostri sensi, apprezzandone la bellezza e la sensazione di benessere che ci trasmettono.
Ci dica di più della collaborazione con United Arrows.
United Arrows ci ha sostenuto fin dalla prima stagione. Abbiamo deciso di collaborare a conferma di un legame che dura da anni, creando pantaloni per tutti e tutte. Usando materiali e accessori della nostra supply chain sostenibile, abbiamo creato pantaloni genderless senza taglia, per qualunque tipo di fisico. Si ispirano ai pigiami usati negli ospedali da campo degli anni 40.
Il comfort è da sempre un elemento fondamentale del brand. Come si assicura che caratterizzi ogni capo?
È nel nostro DNA e nel nostro modo di vivere. Le persone sono in continuo movimento, hanno voglia di viaggiare, di vivere, di stare bene. Quindi, fortunatamente, non ci viene difficile. Utilizziamo materie prime del passato per preservare l'essenza del capo. Vogliamo che trasmetta una sorta di comfort “spirituale”, rendendolo unico e di una bellezza indiscutibile. Un capo speciale che può passare di mano in mano negli anni.
Può parlarci delle principali influenze dietro questa collezione: ce n'è qualcuna non legata alla moda?
Nel nostro lavoro, siamo sempre circondati da influenze. A partire dalle persone che ci circondano ogni giorno, fino ai colori che ci regala la terra. La nostra influenza dal punto di vista tecnico è il workwear e l’abbigliamento militare. Non sono abiti fatti per coprire ma sono oggetti fatti per rispondere a delle esigenze. Questo mi dà tranquillità e mi ha portato a pensare che un capo debba avere scopi ben precisi.
Viviamo nel 2022, in un’epoca di eccessi e abbondanza. Penso che sia nostra responsabilità renderci conto che stiamo creando oggetti di cui nessuno ha davvero bisogno, quindi è fondamentale almeno cercare di renderli utili, unici e diversi. L'intero sistema influenza la nostra creatività, anche nelle piccole cose o nel processo produttivo. Cerchiamo sempre di rispettare noi stessi e ciò che ci circonda creando collezioni da una prospettiva sostenibile.
Quali sono i capi chiave che la entusiasmano di più di questa collezione e perché?
Uno dei capi che mi dà soddisfazione è il modello realizzato in collaborazione con United Arrows. Da un capo insignificante siamo riusciti a far emergere l'essenza di CellarDoor. Un altro capo che non vedo l'ora di presentare sono i pantaloni sartoriali che abbiamo realizzato con un modellista giapponese, fondendo la nostra fisicità europea con quella giapponese attraverso una silhouette nuova e più contemporanea.
Può parlarci dei tagli e delle silhouette che definiscono la collezione?
Le silhouette della collezione sono diverse, ma i capi sono prevalentemente caratterizzati da una gamba abbastanza ampia, che per me è simbolo di comfort e tranquillità.
Quale elemento vorrebbe che rimanesse alle persone di questa collezione?
Innanzitutto il colore, il bianco, è alla base di CellarDoor. Tante persone hanno problemi con questo colore, ma penso che sia uno dei più belli che esistano: il bianco mi calma. Poi vorrei comunicare alle persone un nuovo modo di vestire. I pantaloni sono sempre messi in secondo piano, ma negli ultimi anni ho avuto modo di collaborare con tante persone e posso confermare che indossare dei bei pantaloni fa la differenza nel loro look.
Quali sono i prossimi progetti del brand?
Non ho davvero pensato a obiettivi a lungo termine. Gli ultimi anni sono stati molto impegnativi. Quello che vogliamo, sicuramente, è far conoscere il progetto a quante più persone possibile. Riportare le persone ad apprezzare la sensibilità di un capo e capire che oggi anche l'acquisto comporta una grande responsabilità.
Cosa si aspetta a PITTI?
Abbiamo deciso di partecipare a Pitti perché ancora oggi la consideriamo la fiera del settore moda uomo con più personalità. Sappiamo che gli organizzatori sono persone molto competenti e ci fidiamo di loro. Penso che quello che possiamo aspettarci da Pitti è che ci farà vivere giornate fantastiche immersi nella moda e negli eventi che organizzerà. Il resto spetta a noi.