MFF: Intervista a Federica Montelli (Rinascente)
Editoriale
Edizione 99
26.03.2021
«L’attitudine gender fluid sta avanzando a passo spedito»
Secondo l'head of fashion del department store, la moda maschile è oggi molto influenzata dalla Gen Z. Ed è poi convinta che il futuro del buying sia “phygital”: digitale ma senza perdere il tatto 

La moda è per Federica Montelli una passione che coltiva da quando era appena adolescente e che l’ha resa oggi una delle buyer più promettenti e affermate nel panorama internazionale. Non è certo un caso che il suo particolare mix di intuito, amore e determinazione, l’abbiano portata oggi a ricoprire il prestigioso ruolo di head of fashion di Rinascente.

Come è iniziata la sua carriera? 
Sembra una banalità, ma ho sempre saputo, di voler lavorare nel mondo della moda. Si trattava ovviamente di una grande passione, che ho approfondito documentandomi instancabilmente, ed anche durante gli studi di economia, in Bocconi, dove mi sono specializzata in strategia e management delle aziende di moda. Ho iniziato poi, per una serie di circostanze a lavorare in Investment Banking, in M&A. Mi sono resa conto abbastanza velocemente di voler tornare alle mie aspirazioni originali. Il passaggio nel settore moda è stato estremamente complesso, ma con grande tenacia sono riuscita ad entrare prima in un ruolo che non sentivo pienamente mio, nel press office di Prada, poi a me più affine nel Merchandising di Sergio Rossi, al tempo parte del gruppo Gucci.

Quali sono stati i momenti più importanti e di svolta del suo percorso professionale?
Il primo momento di svolta, è stato il passaggio da una realtà mono-brand allo store multibrand, ovvero Rinascente, in qualità di Buyer. Fin da subito ho capito che la realtà dinamica ed in continuo cambiamento di un retailer di spicco come Rinascente, che tratta diverse merceologie, era più affine alla mia personalità instancabile ed in cerca di continue novità. Il secondo momento di svolta è stato quattro anni fa, quando dopo diversi anni di buying, ho preso in carico il mio attuale ruolo di head of fashion, una grande opportunità che Rinascente mi ha fornito riconoscendo in me curiosità ed un pensiero strategico innovativo. Ora seguo tutte le categorie merceologiche, dalla moda maschile a quella femminile, agli accessori, alla cosmetica, alla casa, al food, coordinando il brand mix degli store fisici ed online e settando le tendenze e temi per il buying team, nonché sviluppando progetti speciali e partnership con i brand.

Come è cambiata la moda maschile negli anni, dal suo debutto ad oggi? 
Siamo passati da un’espressione di moda maschile elegante e decisamente formale abbinata ad un’immagine di uomo alpha, passando attraverso il fenomeno dello streetwear che per certi versi ancora perdura, fino ad un relaxed/comfort tailoring pre e post pandemico. Ma è soprattutto l’attitudine gender fluid, spinta dalla Gen Z che avanza, ad aver influenzato maggiormente i parametri della moda maschile nelle ultime stagioni.

A cosa sta andando in contro il settore moda?
Il settore moda si trova in un momento di forte cambiamento, accelerato drammaticamente dalla pandemia. La digitalizzazione è un’opportunità in continua evoluzione, ma è sicuramente un challenge per aziende e generazioni ancorate in pattern strategici legati al “luogo” fisico. Anche il modo di visitare le fiere e partecipare alle sfilate è cambiato, dall’oggi al domani, e ci siamo adattati velocemente ad osservare tutto attraverso uno schermo. Il futuro è “phygital”: dobbiamo essere in grado di sfruttare al meglio l’innovazione tecnologica senza perdere il “tatto” ed il contatto fisico fra di noi e con i clienti. Sono fortemente curiosa del grande impatto che avrà la ripresa del turismo sul business di tutto il settore ed altrettanto di come incideranno le nuove generazioni di high spender, che hanno un atteggiamento sempre più polarizzato fra interazione digitale sfrenata ed un approccio olistico di “quiet luxury” orientato alla qualità, al benessere e alla calma.

Ha qualche aneddoto curioso da raccontare?
Ho costruito nel tempo una collezione completa di Vogue e altre riviste di moda. Mi piace riguardare soprattutto le edizioni di fine anni ’90 inizio 2000. Conoscevo le uscite delle collezioni a memoria. Se penso al mio lavoro di adesso, tutto torna.